Formazione a teatro, il teatro della formazione

Il teatro è, da sempre, il luogo per eccellenza della parola, della voce, del gesto e della scenografia.

È uno spazio pensato per accogliere l’ascolto, per valorizzare chi parla e chi riceve. L’acustica, le luci, le quinte, la distribuzione del pubblico… tutto sembra dire: “𝘲𝘶𝘪 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘰𝘭𝘢, 𝘦 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘤𝘪, 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢.”

Il termine deriva dal greco 𝘵𝘩𝘦́𝘢𝘵𝘳𝘰𝘯 – che può essere interpretato come “luogo dello sguardo”. È lì che ci si guarda, si entra in relazione, si attiva uno scambio.

Sì perché nella formazione poter vedere il pubblico (luci e distanze permettendo, o almeno una parte nelle prime file) è fondamentale per capire come si sta andando, per modulare tono, ritmo o addirittura i contenuti, se necessario.

Normalmente, attori e attrici recitano una parte. Con toni, volumi, espressioni, movimenti pensati e provati.
Chi fa formazione, recita 𝗰𝗼𝗻 il pubblico. Si adatta alle sue emozioni, ne coglie gli sguardi, i silenzi, gli apprezzamenti, le resistenze. Non segue un copione, ma un ascolto attivo.

Fare formazione in qualsiasi luogo è possibile – anche in stanze senza finestre o nei famigerati “sottoscala”.
E va benissimo così, perché conta il coinvolgimento, l’intenzione.

Quando capita l’occasione di farlo in un teatro…allora tutto si amplifica, magicamente. Anche l’energia. Anche l’emozione.